Via dagli scaffali Coop e Nordiconad i prodotti delle colonie israeliane
Redattore Sociale
Lo annuncia la rete di pressione “stop Agrexco”. Il marchio non specifica la provenienza precisa, Israele o Territori palestinesi e quindi non permette al consumatore di esercitare il suo diritto di scegliere.
Spariscono dagli scaffali di Coop e Nordiconad (impresa cooperativa che fa parte del Consorzio Nazionale Conad) i prodotti a marchio Agrexco provenienti dalle colonie israeliane in Cisgiordania. Lo annuncia la rete di pressione “stop Agrexco”, nata in occasione dell'incontro nazionale svoltosi a Pisa il 3 e 4 ottobre 2009 e che ora coinvolge decine di associazioni, tra cui Attac, Donne in nero, Federazione della Sinistra, Fiom- Cigl, Forum Palestina, Pax Christi Italia, rete Eco (Ebrei Contro l'Occupazione) e Un Ponte Per. Dal gennaio 2010 la coalizione ha avviato incontri in tutta Italia e iniziato una campagna di pressione nei confronti di Coop e Conad, con lettere, segnalazioni, sit-in nei supermercati e conferenze per interrompere la commercializzazione di prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei Territori occupati palestinesi.
Maurizio Zucchi, direttore Qualità di Coop Italia, ha indirizzato una lettera di risposta alla rete “stop Agrexco”, in cui spiega come sui prodotti dei marchi Agrexco non sia specificata la provenienza precisa (Israele o Territori palestinesi), sottolineando come “questa modalità di tracciabilità commerciale non risolva l'esigenza di un consumatore che voglia esercitare un legittimo diritto di non acquistare prodotti di determinate provenienze, in quanto l'informazione – pur seguendo il prodotto dal punto di vista doganale e fiscale – non è tuttavia presente in etichetta”. Conseguentemente, “abbiamo deciso di sospendere gli approvvigionamenti di merci prodotte nei territori occupati e quindi valutare se esistano possibilità di specificare maggiormente l'origine del prodotto, al fine di consentire per il consumatore finale una reale distinzione tra i prodotti made in Israel e quelli eventualmente provenienti dai territori occupati”. Zucchi, in un'intervista a Redattore sociale (vedi lancio successivo) ha precisato che “non si tratta di un boicottaggio verso Agrexco o Israele da parte di Coop, perché questa scelta spetta tutt'al più al consumatore. Coop ha deciso di ritirare i prodotti la cui bolla indica la provenienza dai Territori palestinesi, indicazione non presente però sul prodotto finale”.
Agrexco Agricultural Export Company Ltd.è è una società fondata nel 1956: il governo israeliano possiede il 50% delle quote e, nonostante nel 2008 ne sia stata decisa la privatizzazione, la partecipazione di Israele continua. La società rappresenta il principale esportatore di prodotti agricoli israeliani, con il 60-70% di tutti i prodotti provenienti dalle colonie israeliane. I più importanti marchi Agrexco sono Carmel, Coral e Alesia. Tra essi, spicca per diffusione Carmel, che comprende Ecofresh, Eden e Bio-Top. Tra i prodotti esportati da Agrexco, si trovano inoltre gli agrumi “Jaffa” e i datteri “Jordan Plains” che provengono, oltre che da Israele, anche dalle colonie nella Valle del Giordano.
Proprio sulla denuncia della commercializzazione dei prodotti provenienti dalle colonie, illegali per il diritto internazionale, si è concentrata la campagna “stop Agrexco”. Oltre ad iniziative nei supermercati di tutta Italia culminate il 30 marzo, Giornata della Terra per i palestinesi, un luogo simbolo delle proteste è stato il porto di Savona, in cui attraccano le navi di Agrexco con i container di prodotti da distribuire nel nostro paese.
La coalizione italiana s'inserisce nel movimento mondiale che dal 2005 chiede la fine dell'occupazione israeliana nei Territori occupati palestinesi e fa appello allo strumento del boicottaggio, del ritiro degli investimenti e delle sanzioni nei confronti d'Israele. Nell'ambito del boicottaggio di prodotti o imprese impegnate nelle colonie in Cisgiordania, la più nota campagna a livello internazionale è stata attuata nei confronti di Veolia, società implicata nella costruzione del treno di collegamento tra Gerusalemme Est occupata e le colonie israeliane. La mobilitazione internazionale ha portato Comuni in tutto il mondo – dall'Inghilterra all'Australia, passando per la Francia – a ritirare gli accordi e i contratti con Veolia in segno di protesta nei confronti del progetto ferroviario. Tra le iniziative più recenti, inoltre, il senato degli studenti dell'ateneo statunitense di Berkeley ha votato per il ritiro degli investimenti dell'università in compagnie impegnate nell'occupazione militare dei Territori palestinesi. In Italia la sospensione della commercializzazione dei prodotti Agrexco provenienti dagli insediamenti israeliani da parte di Coop e Nordiconad rappresenta il primo risultato concreto ottenuto dal movimento di boicottaggio.
Fonte: Redattore Sociale
24 maggio 2010