Domani in marcia per un’altra cultura!


La redazione della Marcia


“Abbiamo bisogno di continuare a camminare e quindi la Marcia di domani non finisce ad Assisi ma continua”. Flavio Lotti, presenta la diciottesima Marcia per la pace Perugia-Assisi.


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Domani in marcia per un'altra cultura!

Abbiamo bisogno di continuare a camminare e quindi la Marcia di domani non finisce ad Assisi ma continua”. Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, ha presentato oggi a Perugia la 18ma edizione della Marcia per la pace Perugia Assisi, la storica camminata di 24 chilometri che si tenne per la prima volta il 24 settembre 1961 e che parte domattina alle 9.00 dai Giardini del Frontone del capoluogo umbro. Così l'anno prossimo, nei cinquant'anni della Marcia ideata da Aldo Capitini, si tornerà a marciare domenica 25 settembre 2011. “Abbiamo bisogno, dice Lotti, di una marcia quotidiana. Non di eventi ma di un lavoro giorno per giorno e abbiamo necessità di fare tutti un grande investimento educativo. Insieme per superare divisioni e distinguo in quella che non è una passeggiata, ma un laboratorio di riflessione politica che, ad ogni marcia, costruisce un'agenda che nasce dai seminari e laboratori preparatori, luogo di elaborazione di un'agenda politica della Perugia-Assisi. Agenda per suggerire alla politica, se non le soluzioni, il metodo per affrontare le crisi che attraversano l'Italia e il mondo”.
Alla Marcia hanno aderito 1130 adesioni, 635 città, 135 enti locali, 130 associazioni e reti nazionali, 518 associazioni locali, 125 scuole, 5000 studenti e decine di migliaia di cittadini che arriveranno domani sfidando la pioggia. Ma ci saranno soprattutto le vittime della guerra e della violenza di mafia e di quella sociale, più sottile e meno evidente, che si chiama mancanza di lavoro o vecchie e nuove povertà. Lotti spiega che alla testa del corteo, dove un caterpiller “vero” inarcherà un appello simbolico (“I diritti umani non si sgomberano”), ci saranno proprio loro: le vittime. “Le vittime in testa” dunque: parenti di chi è stato ucciso dalle mafie o dalla violenza quotidiana della guerra: uomini e donne dall'Afghanistan, giovani scappati alle maglie della polizia politica iraniana, africani e africane, iracheni.

15 maggio 2010

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