Gaza: il wargame


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È proprio come un videogame: la nostra vita conta quasi zero per quelle giovani reclute israeliane, e i palestinesi sono visti soltanto come oggetti, o come punti che si muovono lungo lo schermo e vanno eliminati.


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Gaza: il wargame

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando sei considerato solo una figura su uno schermo da un gruppo di giovani soldati, perlopiù dai 18 ai 19 anni di età, seduti comodamente nel loro ufficio, e quando è stato deciso che “sei un terrorista”, allora dare ordine di sparare è un compito molto semplice: tanto, sei solo un oggetto che si muove su uno schermo hi-tech!
Il giornale israeliano Haaretz ha appena pubblicato un report su sei giovani soldatesse – tutte tra i 18 e i 19 anni d'età, appunto – sedute nel comfort delle loro operation room militari, di fronte a diversi schermi che mostrano in diretta inquadrature in bianco e nero dei confini con Gaza.

Questi schermi possono trasmettere qualsiasi movimento anche a centinaia di metri dalle linee di frontiera.

Come riporta Haaretz, le sei soldatesse sono guidate da un comandante, anch'esso donna, per tutte le quattro ore del loro turno.
Si tratta dei membri di una delle “Unità-élite”, che giocano il ruolo di giudici ed esecutrici.

Dalle loro comode postazioni, monitorano gli schermi: in qualsiasi momento possono dare l'ordine di aprire il fuoco, e la figura in bianco e nero viene eliminata.
Quando viene dato l'ordine, è possibile udire il rumore dei pesanti spari automatici, e persino vederne gli effetti dalla cima di una torre di vedetta che guarda verso il confine.

Questa è solo una delle decine di operation room ad alta tecnologia sparse per il confine con Gaza, tutte simili tra loro.

Il noto messaggio che segue la sparatoria è una frase standard che i soldati leggono dai loro taccuini: “Abbiamo identificato un gruppo di terroristi che si avvicinavano al confine, e dato l'ordine all'artiglieria e all'aviazione di occuparsene”.

Ci sono molte soldatesse adolescenti (e – sì – persino adulte) che non sanno nemmeno che sono loro a scegliere tra chi deve vivere e chi deve morire. E a tenere d'occhio gli schermi di sorveglianza per decidere che una certa sagoma in bianco e nero è un "terrorista" da eliminare.

Sono loro a premere il grilletto; possono ordinare il fuoco pesante, un bombardamento, o persino un massiccio attacco aereo.

La soldatessa al comando delle altre ha confermato che i loro ordini controllano l'azione dei soldati sul campo.

“Se diciamo: 'Aprite il fuoco!', lo fanno – spiega – Le ragazze che obbediscono ai miei ordini hanno seguito un addestramento speciale per determinare i tipi di armi trasportate ed essere in grado d'identificare gli oggetti, di giorno o di notte, e sanno persino distinguere tra la camminata di un uomo armato e quella di un civile”.

Le ragazze hanno addirittura il potere di discutere con gli alti comandanti militari e dire: “Sì, voi siete di rango superiore, ma noi abbiamo una TECNOLOGIA superiore!”

Il tenete Tal Bar'on, preside della Scuola militare per l'intelligence di combattimento, ha raccontato che le ragazze hanno iniziato a mostrare interesse per questo campo diciotto mesi fa, e che adesso ognuna di loro ha una zona specifica da monitorare e dove ordinare di sparare in qualsiasi dato momento.

Infatti, quando un essere umano viene identificato soltanto come un oggetto su uno schermo, spesso distante, allora chi controlla lo schermo non ha problemi a condannarlo a morte.

È proprio come un videogame, un gioco di guerra, quando si combatte un nemico già assegnato, o anche quando si gioca online contro un gruppo di persone che potrebbero essere a due passi così come all'altro capo del mondo.

Quando non si fa che guardare uno schermo, allora quell'oggetto non acquista alcun significato, ucciderlo è come bere un bicchier d'acqua, basta premere il grilletto – il che non è una gran cosa quando si parla di giovani soldati e comandanti immaturi e dal grilletto facile.
Ogni tanto si sente di “militanti” uccisi o feriti dopo essere stati individuati mentre si avvicinavano alle recinzioni di confine. La pena è capitale; i giudici sono un gruppo di adolescenti sedute in poltrona che giocano alla consolle.

Si sono verificati centinaia di casi di civili uccisi, o feriti, mentre lavoravano nelle loro fattorie vicino al confine: qualsiasi pezzo di metallo venga trasportato nell'area potrebbe essere scambiato per un'arma, e ciò potrebbe facilmente far scattare un ordine di morte da parte di una di quelle ragazze.

Contadini che cercano solo di prendersi cura delle loro terre portano con sé asce, materiale per l'aratura, falci ed altri attrezzi identificabili come armi, soprattutto dal momento che il momento migliore per dedicarsi al lavoro dei campi è solitamente l'alba, o le prime ore del mattino.

E invece no, la nostra vita conta quasi zero per quelle giovani reclute, e i palestinesi sono visti soltanto come oggetti, o come punti che si muovono lungo lo schermo e vanno eliminati.

Quelle adolescenti non vedono sangue, il dolore e la sofferenza non arrivano alle loro orecchie, ma ciò non le rende meno malvagie, né giustifica i loro crimini.

“Se un albero cade nel mezzo di una foresta e non c'è nessuno intorno che lo sente cadere, emette ugualmente rumore?” Non saprei: voglio dire, sì, però se non l'ho sentito, né visto, allora potrebbe voler dire che quest'albero non è mai caduto.

Quindi, se sto seduto in una grande stanza ad alta tecnologia, e i miei ordini uccidono decine o centinaia di civili dall'altra parte dello schermo, allora il crimine non è mai stato commesso.

Non ho udito soffrire, non ho nemmeno udito esplosioni, e sicuramente non ho visto morire nessuno: tutto ciò che ho visto è stato un oggetto che veniva eliminato, un punto luminoso sul mio schermo, che però non è più luminoso perché ce ne siamo occupati noi.

Ciò vuol dire che un albero che cade in una foresta non produce alcun rumore, a meno che non mi trovi vicino e sia in grado di sentirlo, e magari anche di vederlo mentre cade.

I giovani comandanti che autorizzano un aereo militare a bombardare un'area civile, o danno istruzioni all'artiglieria di aprire il fuoco, non fanno che guardare gli schermi e giocare contenti con le loro attrezzature avanzatissime.

La vita per loro non ha alcun significato, finché non è la loro o quella dei loro cari.

Quelle adolescenti giocano ai videogame, ma stavolta non giocano con un gruppo di “guerrieri online”: giocano nella vita reale, e l'avversario non ha alcun controllo su nulla.

Benvenuti nel mondo del combattimento ad alta tecnologia! Benvenuti nelle operation room che decidono tra la vita e la morte! Benvenuti tra le Forze di “difesa” israeliane!

Benvenuti nell'era in cui un paio di ragazzini viziati decidono che “l'unico palestinese buono è il palestinese morto”, e il tutto da una comoda stanzetta lontana! Non hanno bisogno di vedere la morte, né di sentirne l'odore: devono solo causarla.

Fonte: Infopal.it

6 marzo 2010

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