Crisi, Caritas ambrosiana: "E’ guerra tra poveri"


Redattore Sociale


Rapporto 2008 sulle povertà nella diocesi di Milano: cresce l\’emergenza occupazionale, aumentano i problemi legati al reddito e le richieste di beni materiali. L’identikit: maggioranza di donne (69%), prevalenza di stranieri (74%), età media 40 anni.


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Crisi, Caritas ambrosiana: "E' guerra tra poveri"

MILANO – Lavoratori dipendenti sommersi dai debiti, donne straniere che non trovano lavoro neanche come colf o badante, operai in cassa integrazione. L'Ottavo rapporto sulle povertà nella diocesi di Milano, presentato oggi nell'ambito del convegno “Crisi economica e crisi delle famiglie,” parla chiaro: la crisi economica c'è ancora e si fa sentire, cresce l'emergenza occupazionale, aumentano i problemi legati al reddito e le richieste di beni materiali. L'identikit del poveri “di lungo corso” resta pressoché invariato rispetto a quello dello scorso rapporto: maggioranza di donne (69%), prevalenza di stranieri (74%), età media 40 anni , con picco tra i 30-34 per gli stranieri e intorno ai 50 per gli italiani. Gli anziani oltre i 70 anni sono invece tutti italiani. Prevalgono i disoccupati (50,8%) e tra gli occupati la maggior parte (59%) svolge lavoro di servizio alla persona. "Il segnale più evidente è l'aumento della precarietà lavorativa che genera debolezza del reddito e mette le famiglie in condizioni di non onorare i debiti contratti”, spiega il direttore della Caritas ambrosiana don Roberto Davanzo. Che aggiunge: ““Molti italiani compensano la cassa integrazione con lavoretti in genere svolti da extracomunitari, generando così una guerra tra poveri. Le italiane, ad esempio, che accudiscono anziani portano via il lavoro alle badanti straniere”.
 
Alla base dell'indagine, realizzata dell'Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse, poco più di 15 mila persone, che si sono rivolte nel 2008 ai 59 centri di ascolto e ai servizi Caritas. Arricchiscono i dati due focus: 1807 persone che nei primi mesi del 2009 si sono rivolte al Fondo Famiglia Lavoro, istituito dall'arcivescovo Dionigi Tettamanzi, e 739 casi in tre anni di persone che hanno fatto riferimento alla Fondazione San Bernardino, istituita nel 2005 per assistere chi vive in condizioni di indebitamento . “I dati raccolti nei centri di ascolto sono solo parzialmente rappresentativi perché si riferiscono al 2008, ma già negli ultimi quattro mesi dell'anno, da settembre a dicembre, si mostravano segni di crisi, di disagio delle famiglie”, sottolinea don Roberto Davanzo. Negli ultimi tre mesi del 2008, con l'arrivo della crisi, i problemi occupazionali hanno riguardato il 50,8% del campione, contro il 48,4% del periodo gennaio-settembre.
 
Aumentano anche i problemi legati al reddito (33,7% nel 2007; 40,5% nel 2008), le richieste di beni materiali, vestiti e alimentari in primis (23,9% nel 2007, 28,9% nel 2008). “Non ci sono variazioni sul numero totale di persone che si sono rivolte ai centri d'ascolto – spiega Elisabetta Larovere, dell'Osservatorio Caritas ambrosiana  -, sono invece aumentati i colloqui, i bisogni e le richieste”. Inoltre cresce del 3% il numero di extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. Tra i nuovi poveri, aiutati dal Fondo Famiglia Lavoro (dati marzo-giugno 2009), prevalgono gli uomini (73%), il 36,5% ha tra i 41 e 50 anni, la maggior parte è sposata (66%) e più della metà disoccupata, con precedente impiego come operaio specializzato o generico nel settore dell'edilizia e dell'industria (61%). Ci sono poi i “funamboli”, coloro che vivono al di sopra delle loro possibilità: secondo i dati della fondazione San Barnardino, si tratta generalmente di uomini, italiani, coniugati, con reddito medio del nucleo familiare di 1800 euro, età tra i 35 e i 59 anni e debiti fino a 40 mila euro. “Un povertà quindi trasversale – conclude don Davanzo – che colpisce anche chi prima si sentiva garantito”. (Maria Gallelli)

Fonte: Redattore Sociale

30 settembre 2009

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