Ci vuole "un medico in politica"


Stefano Corradino


"La cultura non è un investimento superfluo". Lo dichiara Giulio Scarpati, noto protagonista della serie tv "Un medico in famiglia" ed impegnato, come molti altri suoi colleghi, a dire No ai tagli al Fus.


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Ci vuole "un medico in politica"

"'Lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo!' Rammenti la frase storica dei film americani tra le corsie d'ospedale? Potrebbe essere utilizzata per la politica. E per lo spettacolo, un malato grave a cui servirebbe un'intera equipe di dottori". Giulio Scarpati, noto protagonista della serie tv "Un medico in famiglia" ma anche e soprattutto attore teatrale impegnato era in piazza con i colleghi del mondo del cinema, del teatro, della danza per dire No ai tagli al Fus. "La cultura – afferma Scarpati ad Articolo21 – non è un investimento superfluo".


Il governo taglia il Fondo Unitario per lo Spettacolo! Tagli determinati dalla crisi economica, sottolineano. Cosa ne pensi? 
Ritengo che la crisi sia un fatto reale che investe i vari comparti della società e dell'economia del nostro Paese. Ma in questo contesto i tagli allo spettacolo hanno un sapore diverso. Perchè la scure si abbatte su un mondo, quello dello spettacolo (ma sulla cultura in generale) che viene considerato superfluo.

Non è considerato prioritario rispetto ad altri settori
 Ed è un grave errore, perchè un paese, senza cultura, senza sostegni adeguati alla scuola, all'università, alla ricerca, non cresce. Anzi va indietro. E' la cultura che da ad un paese forza, energia, vitalità.

I fautori dei tagli parlano di sprechi da tagliare 
La lotta agli sprechi anche nel nostro mondo è una necessità inderogabile e nella nostra contestazione contro i tagli non possiamo non affrontare questo tema: ci sono tanti soldi spesi inutilmente per carrozzoni pesanti o sedi di "parcheggi" clientelari, mentre il denaro pubblico dovrebbe finire direttamente nell'attività produttiva concreta e non nei mille rivoli della burocrazia amministrativa.

L'altra obiezione che vi viene rivolta è che il mondo dello spettacolo è pieno di privilegi. Cachè, ingaggi elevati…
 Non c'è dubbio che chi fa spettacolo ad alcuni livelli è un "privilegiato" ma i tagli indiscriminati vanno a colpire e a danneggiare irrimediabilmente tutto l'indotto; le decine di migliaia di lavoratori che quotidianamente, dietro le quinte consentono ad uno spettacolo di realizzarsi. Due le conseguenze immediate: crisi nei posti di lavoro e lo spettacolo che si ferma. Film che slittano addirittura di mesi e le stagioni teatrali in grande ritardo.

Eravate in tanti davanti a Montecitorio per manifestare il dissenso ai tagli. C'era anche qualche esponente della maggioranza 
Il fatto che ci fossero in piazza attori come Luca Barbareschi, organici nel Pdl, dimostra che questo sia un problema oggettivo e che non è una contestazione ideologica. Non è una polemica contro questo governo perchè è di centro destra o perchè, come qualcuno è solito affermare, "lo spettacolo è di sinistra". Ciò che si contesta è che l'attenzione alla cultura in generale è andata via via scemando. 
Non si vuole capire che più si allarga il popolo che frequenta i cinema, i teatri, i concerti e più la salute del Paese migliora. Un Paese che risparmia sulla cultura pensando di raggranellare qualcosa non investe nel futuro.

Tra i giovani c'è questa consapevolezza?
 In parte sì. Ma è compito delle istituzioni, a partire da quelle scolastiche, dare degli strumenti per capire il valore della cultura. Penso alla nostra straordinaria tradizione cinematografica. In quanti hanno visto capolavori come "Ladri di bicilette"? Perchè le scuole  non invitano gli attori a parlare della grande storia del cinema e del teatro italiano?

La conoscenza di questo patrimonio potrebbe spingere molti più giovani ad interessarsene e magari anche a trasformarsi da "fruitori" a "produttori" di cultura 
Certamente. E qui torniamo al punto di partenza: come fa oggi un giovane ad inventarsi un film o uno spettacolo con costi così alti e margini così bassi di investimento?

Molti di coloro che sono intervenuti in piazza per criticare i tagli hanno ipotizzato forme di boicottaggio. Anche forme di "contestazione fiscale"
 Quest'ultima non la considero opportuna. Tanto più in questo momento di crisi suonerebbe, come si diceva un tempo. come "un colpo d'ala di massimalismo" e anche un pò populista. Penso ad altre azioni di protesta.

Ad esempio?
 Io fare delle incursioni. Comparire magari negli studi televisivi senza preavviso e senza invito e manifestare apertamente le ragioni della protesta.

Da "medico in famiglia" a medico della politica e spettacolo. Il malato è davvero così grave?
 Rammenti la frase storica dei film americani tra le corsie d'ospedale? "'Lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo!' Potrebbe essere utilizzata per la politica. E per lo spettacolo, il malato è davvero grave e gli servirebbe un'intera equipe di dottori!

Fonte: Articolo21

corradino@articolo21.info

Continua la protesta contro i tagli del governo alle attività culturali: a Roma oggi si terrà una manifestazione alle 16 a piazza Navona davanti al Senato durante le votazioni del decreto anticrisi che non prevede reintegro di fondi alla cultura. Domani alle 10 a piazza della Repubblica in concomitanza con la conferenza di presentazione della Mostra del Cinema di Venezia.

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