Delitto Politkovskaia, tutti assolti
Corriere.it
Per la morte della giornalista «scomoda» dichiarati innocenti i 4 imputati: l’ex dirigente della polizia accusato di essere la mente, due «pedinatori» e un ex colonnello dei servizi.
MOSCA – Tutti assolti. La giuria ha dichiarato innocenti i quattro imputati per l'uccisione della giornalista d'opposizione Anna Politkovskaia: i fratelli Dzhabrail e Ibrahim Makhmudov, Pavel Ryaguzov e Sergei Khadzhikurbanov.
I QUATTRO – I dodici giurati, dopo circa tre ore di camera di consiglio, hanno ritenuto non provate le responsabilità degli imputati. L'ex dirigente della polizia moscovita, Serghei Khadzhikurbanov, era accusato di essere l'organizzatore del delitto per conto di un mandante non ancora identificato; i fratelli ceceni Makhmudov erano accusati di essere i pedinatori della giornalista – un terzo fratello, Rustan, è ricercato all'estero come presunto killer. Al quarto imputato, l'ex colonnello dei servizi segreti Riaguzov, erano contestati reati minori insieme allo stesso Khadzhkurbanov: abuso d'ufficio ed estorsione. Riaguzov, in particolare, avrebbe fornito l'indirizzo della Politkovskaia al gruppo ceceno secondo l'accusa, che esce però sonoramente sconfitta dal verdetto. Il pm ha annunciato ricorso contro la sentenza di assoluzione.
DELITTO – Anna Politkovskaia, 48 anni, madre di due figli, venne uccisa da un sicario il 7 ottobre 2006 appena uscita dal suo appartamento a Mosca.
I GIORNALISTI RIAMMESSI AL PROCESSO PER L'UCCISIONE DELLA GIORNALISTA NEMICA DI PUTIN
«Il mandante del delitto Politkovskaya è stato un uomo politico russo»
Lo ha detto in tribunale l'avvocato dei quattro presunti killer. Chiesto il ritiro del giudice Evgenij Zubov: «Parziale»
MOSCA – L’ufficio del Procuratore generale della Russia ha chiesto il ritiro del giudice Evgenij Zubov, che presiede il processo per l’assassinio della giornalista Anna Politkovskaya. Il giudice sarebbe stato ricusato «per la sua parzialità». Il tribunale sta esaminando la questione. La decisione sulla domanda di decadenza dei giudici sarà annunciata a Mosca mercoledì, dalla corte militare. La Politkovskaya venne assassinata il 7 ottobre 2006, nell’ascensore del suo palazzo nel centro di Mosca, mentre stava rincasando. La sua morte ha prodotto una notevole mobilitazione in Russia e nel mondo, mettendo in una posizione scomoda il Cremlino. La Procura sostiene che l’uomo accusato di aver premuto il grilletto contro la giornalista sia Rustam Makhmudov, fuggito in Europa occidentale. Gli altri imputati sono Sergei Khadzhikurbanov – un ex agente di polizia – e i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov.
IL MANDANTE FU UN POLITICO – «Fu un politico russo a ordinare l'omicio di Anna Politkvskaya» ha rivelato, senza fare in nome del mandante, Murad Musayev, l'avvocato dei quattro sospetti killer della giornalista uccisa sulla soglia di casa il 7 ottobre del 2006. Secondo l'avvocato Musayev il nome del politico russo è presente negli atti del processo ma è stato finora taciuto. La Politkvskaya era la spina nel fianco di Vladimir Putin durante i suoi anni al Cremlino. La giornalista fu l'autrice di inchieste scomode sull'occupazione delle truppe russe della Cecenia e sull'operato dei Kadyrov, padre e figli, plenipotenziari di Mosca in Cecenia.
PROCESSO RIAPERTO AL PUBBLICO – I giornalisti sono stati riammessi al processo da cui la stampa era stata bandita la scorsa settimana. A deciderlo è stata la Corte militare incaricata del dibattimento. Nei giorni scorsi era scoppiata un'aspra polemica dopo che un giudice aveva annunciato un processo a porte chiuse motivato dalla paura dei giurati di ritorsioni. Uno di loro, Ievgheni Kolesov, aveva negato la circostanza e annunciato di volersi ritirare per non partecipare a un processo che partiva con una menzogna: «A una piccola bugia – aveva detto – segue una grande bugia». La Corte suprema aveva allora annunciato una verifica sulle reali intenzioni dei giurati. Kolesov aveva anche denunciato il fatto che ai giurati era stato consegnato un modulo di richiesta di processo secretato per difendere la propria incolumità, con la richiesta che venisse firmato. Oggi la nuova marcia indietro: il processo sarà pubblico.
Fonte: Corriere.it
19 febbraio 2009