“Bendato e ammanettato, poi mi hanno sparato”


Michele Giorgio, Il Manifesto


Territori occupati: parla il palestinese torturato dai militari israeliani. E il suo video fa il giro del mondo, è possibile visualizzarlo nella sezione videoallery del nostro sito.


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“Bendato e ammanettato, poi mi hanno sparato”

Per il premier britannico Gordon Brown, ieri alla Knesset, “la pace è a portata di mano”. Nei Territori occupati però i fatti dicono ben altro, in particolare a Nablus dove si intensificano i raid dell’esercito israeliano. Ieri all’alba una parlamentare di Hamas, Muna Mansur, è stata arrestata dalle forze di occupazione assieme ad una ventina di persone, tra cui imprenditori e commercianti, oltre a otto studenti universitari. Non cessano peraltro le violazioni dei diritti umani, come lo sparo a sangue freddo, a distanza ravvicinata, contro il giovane palestinese Ashraf Abu Rahma, 27 anni, inerme, bendato e con le mani legate, arrestato lo scorso 7 luglio durante un’azione di protesta contro la costruzione del muro sulle terre di Naalin, in Cisgiordania. L’accaduto è stato filmato da una ragazzina palestinese di 14 anni ed ha fatto il giro del mondo. Il portavoce militare non ha negato l’evidenza dei fatti ma ha sollevato dubbi su alcune parti del filmato. Ieri abbiamo intervistato Ashraf Abu Rahma.
Ashraf dove ti hanno colpito?
Alla gamba, con un proiettile di gomma. La ferita non era profonda e poco alla volta sto recuperando l’uso dell’arto.
Com’è andata il 7 luglio?
Eravamo scesi in strada a manifestare contro il muro e il coprifuoco, come facevamo da giorni. I soldati hanno sparato lacrimogenie il nostro corteo si è spezzato. A quel punto (gli israeliani, ndr) hanno cominciato ad inseguirci nei campi, io sono stato uno dei primi ad essere arrestato.
Dopo cos’è accaduto?
Mi hanno portato accanto ad una jeep. C’erano anche agenti della polizia di frontiera. Ho pensato che mi avrebbero fatto salire a bordo e trasferito al vicino campo militare. Invece mi hanno legato e bendato. Io ho chiesto perché, ma loro non hanno risposto. Poi ho sentito che (in ebraico, ndr) parlavano di proiettili di gomma. Ad un certo punto ho sentito uno sparo e un dolore fortissimo alla gamba. Sono caduto privo di sensi.
Ti hanno soccorso?
Si, dopo un po’ è arrivato un dottore, mi ha detto che la ferita non era grave ed è andato via io ho protestato, ho chiesto perché mi avevano fatto tutto quello mentre avevo le mani legate e gli occhi bendati. Loro ( i soldati) mi hanno risposto che avrebbero potuto spedirmi all’inferno senza alcun problema. E hanno continuato a minacciarmi per ore.
Cosa volevano ottenere con questa tremenda punizione?
Spaventarmi, ma hanno ottenuto il risultato opposto, perché sono più determinato di prima a lottare per la difea delle terre di Naalin e per la libertà del mio popolo.

Per vedere il video clicca qui, oppure vai nella sezione videogallery del nostro sito.

Fonte: il Manifesto

22 luglio 2008

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