Amnesty International: clima pesante per le elezioni in Zimbabwe
La redazione
In un comunicato dei giorni scorsi Amnesty denuncia: "Le elezioni nello Zimbabwe sono viziate alla radice a causa del clima di violenza e intimidazione di Stato". Intanto Robert Mugabe è per la sesta volta Presidente.
Amnesty International si è detta profondamente turbata dalla continua campagna di violenze e intimidazioni che il governo dello Zimbabwe ha portato avanti nel contesto di una strategia deliberata per far rieleggere nuovamente Mugabe alla Presidenza. Il governo ha deciso di tenere le consultazione il 27 giugno scorso, nonostante le richieste della comunità internazionale di rinviare le elezioni fino a quando le condizioni di sicurezza nel paese non fossero migliorate e nonostante il leader dell’opposizione Tsvangirai si fosse ritirato e Mugabe sia stato l’unico a correre per il ballottaggio.
Nel giornata delle elezioni Amnesty ha affermato: "Le elezioni di oggi si stanno svolgendo in uno scenario caratterizzato da numerose aggressioni, torture e uccisioni contro persone sospettate di stare dalla parte dell'opposizione". "Allo Zimbabwe è permesso da troppo tempo di operare al di fuori del quadro di riferimento sui diritti umani dell'Unione africana e delle Nazioni Unite. Ora è tempo di un'efficace azione di solidarietà africana e internazionale per le vittime delle violazioni dei diritti umani, che non devono essere lasciate sole contro la violenza".
Amnesty International ha sollecitato l'Unione africana e la Comunità per lo sviluppo dell'Africa meridionale (Sadc) ad applicare tutta la pressione necessaria sul presidente Mugabe e sul suo governo perché pongano fine alla violenza. L'organizzazione per i diritti umani ha anche chiesto la convocazione di una sessione speciale del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana per esaminare la situazione nello Zimbabwe.
Nel comunicato stampa si legge ancora: "Il silenzio del presidente dell'Assemblea dell'Unione africana, il leader tanzaniano Jakaya Kikwete, è assordante e contrario ai principi del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto che sono propri dell'organizzazione panafricana. Pretendiamo che, nella sessione dell'Assemblea che si apre lunedì 30 a Sharm El-Sheikh, in Egitto, il presidente Kikwete condanni le violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe. Qualsiasi parola meno forte e netta costituirà un'abdicazione alle proprie responsabilità". "L'Unione africana, insieme all'Sadc, dovrebbe inviare osservatori sui diritti umani nello Zimbabwe e istituire una commissione internazionale d'inchiesta per indagare sulle violenze e sottoporre alla giustizia i responsabili".
"Nel frattempo assassini, torturatori e aggressori sono lasciati liberi di commettere ulteriori violazioni dei diritti umani nella totale impunità" – ha denunciato Amnesty International.
Oggi le consultazioni sono chiuse, Mugabe, al potere dal 1980, è per la sesta volta Presidente in Zimbabwe mentre centinaia di attivisti politici e per i diritti umani rimangono in carcere solo per aver esercitato i propri diritti politici, tra cui quello alla libertà di associazione. La loro richiesta di libertà condizionata è stata respinta in modo arbitrario. Per Amnesty International si tratta di prigionieri di coscienza, che devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.
Tra i quali figurano Jenny Williams e Magodonda Mahlangu, leader e attiviste per i diritti umani delle donne, arrestate il 28 maggio per aver preso parte a una manifestazione pacifica. Si trovano nella prigione Chikurubi di Harare, in attesa di comparire davanti al giudice, il 3 luglio.
Fonte: www.amnesty.org