Israele nega a Carter il visto per incontrare Hamas a Gaza


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


Il Nobel per la pace vede i rappresentanti integralisti a Ramallah e depone fiori sulla tomba di Arafat. Jimmy Carter: “Avrei voluto visitare Gaza, ho chiesto il permesso, ma ho ricevuto risposta negativa”.


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Israele nega a Carter il visto per incontrare Hamas a Gaza

“Avrei voluto visitare Gaza, ho chiesto il permesso, ma ho ricevuto risposta negativa”: Striscia sbarrata per Jimmy Carter. E’ lo stesso presidente Usa a rivelarlo. “Forse esiste ancora il modo di aggirare l’ostacolo – ha aggiunto. Ancora non lo so”. Carter, che è in visita nella regione e che è stato accolto in Israele con grande freddezza per le sue prese di posizione ritenute ostili allo Stato ebraico, si è recato a Ramallah dove ha deposto una corona di fiori sulla tomba del “mio caro amico Yasser Arafat” – cosa che il presidente Gorge W. Bush aveva invece evitato di fare – e si è incontrato col premier palestinese, Salam Fayyad.
Carter ha affermato che Israele, dopo la conferenza di Annapolis, nel novembre scorso, non ha tenuto fede ai suoi impegni, non ha cessato le costruzioni negli insediamenti ebraici e non ha rimosso nemmeno un posto di blocco in Cisgiordania.
A Ramallah Carter ha pure avuto un colloquio con Naser al-Shaer, ex vice premier nel primo governo formato da Hamas dopo la vittoria nelle elezioni del 2006. In precedenza Carter aveva detto che era sua intenzione andare anche a Gaza ma che il permesso gli era stato rifiutato, senza precisare da chi. Fonti al seguito della sua delegazione hanno detto che il rifiuto è stato di Israele, che controlla i valichi di confine con la striscia di Gaza. L’ ex presidente e premio Nobel per la pace ha ribadito di essere arrivato nella regione non come negoziatore o mediatore ma semplicemente per comunicare “ai leader degli Stati Uniti” ciò che gli diranno i leader della Siria e di Hamas. Carter ha suscitato l’ira di Israele per il proposito di andare a Damasco per incontrarsi con Khaled Mashal, uno dei massimi leader di Hamas, e per aver pure definito in un suo libro l’occupazione israeliana in Cisgiordania “un sistema di aparteid”.
In Israele è stato ricevuto dal presidente Shimon Peres ma non dal premier Ehud Olmert, che per questo motivo è stato criticato dal quotidiano Haaretz. Il giornale ha ricordato che 30 anni fa fu Carter a propiziare gli storici accordi di pace con l’Egitto in cui Israele, tra l’altro, si impegnò a garantire “una piena autonomia” ai palestinesi dei Territori. In questi decenni, afferma Haaretz, è stata invece sviluppata la colonizzazione ebraica. “Israele ha già dimenticato quell’impegno – nota il giornale – ma Carter ricorda”. Per quegli accordi di pace, conclude Haaretz, Carter si meriterebbe in Israele “un trattamento da re, vita natural durante”.
La realtà, però, è un’altra. Emblematico è il fatto che Carter non ha beneficiato di alcuna misura protettici da parte dello Shin Bet (sicurezza interna) quando l’altro ieri mattina l’ex presidente Usa ha voluto visitare la citta israeliana di frontiera di Sderot, spesso oggetto di attacchi di razzi. Fonti statunitensi hanno riferito alla stampa locale che è molto insolito che una personalità del suo rango non venga protetta durante la visita in Israele dalla “security locale”. Durante la visita a Sderot Carter ha definito “un crimine” il lancio di razzi da parte dei palestinesi verso la popolazione civile israeliana e ha confermato che cercherà di favorire un cessate il fuoco. Cercherà inoltre di propiziare uno scambio di prigionieri che includa la liberazione di Ghilad Shalit, il soldato ostaggio di Hamas dal 2006. La Casa Bianca dal canto suo ha ribadito l’opposizione al piano dell’ex presidente Usa di incontrare a Damasco, Khaled Meshaal. Carter “non rappresenta gli Stati Uniti in questi incontri e il presidente Bush non apporva che abbia conversazioni con Hamas”, ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino.

Fonte: l'Unità

16 aprile 2008

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