8 dell’8 del 2008: giochi di guerra. L’importante è non partecipare!
Pax Christi Italia
Mentre in Cina le Olimpiadi proseguono tra mille luci,fuochi d’artificio e colori Pax Christi è la prima in Italia a rompere il silenzio e a lanciare un appello perchè venga ristabilito il diritto internazionale di pace nella guerra tra Russia e Georgia.
L'8 non è un numero nè una data fortunata come ci raccontano i cinesi. Mentre i fuochi d'artificio e i colori inaugurano gioiosamente le olimpiadi del 2008 in Cina, accompagnati dai sorrisi ipocriti di tanti potenti della terra, poco lontano i fuochi veri delle bombe, il rosso del sangue versato e il nero della morte inaugurano tragicamente una nuove guerra nella zona del Caucaso. Guerra che vede ancora centinaia di morti civili e migliaia di profughi a causa di bombardamenti che, indiscriminatamente, colpiscono città, porti e strade più che obiettivi militari.
Non ci stancheremo mai di ribadire che "la guerra non è mai una fatalità, è sempre una sconfitta dell'umanità. Mai la guerra può essere considerata un mezzo come un altro, da utilizzare per regolare i contenziosi fra le nazioni". Anche la guerra fra Georgia e Ossezia del Sud, che coinvolge direttamente la Russia e chiama in causa l'Europa e gli Usa interessati al controllo strategico del Caucaso e delle linee di rifornimento energetico non potrà che essere giudicata dalla storia e dall'umanità come dissennata sconfitta, ingiustizia radicale, regressione politica e culturale.
Facciamo appello alle comunità cristiane cattoliche affinchè, testimoni di nonviolenza evangelica nel quotidiano, nella preghiera costante invochino la pace e la riconciliazione fra i popoli, le nazioni e le persone. Ci uniamo all'appello di Benedetto XVI: "È mio vivo auspicio che cessino immediatamente le azioni militari e che ci si astenga, anche in nome della comune eredità cristiana, da ulteriori confronti e ritorsioni violente, che possono degenerare in un conflitto di ancor più vasta portata; si riprenda, invece, risolutamente il cammino del negoziato e del dialogo rispettoso e costruttivo, evitando così ulteriori, laceranti sofferenze a quelle care popolazioni. Invito altresì la Comunità internazionale e i Paesi più influenti nell'attuale situazione a compiere ogni sforzo per sostenere e promuovere iniziative volte a raggiungere una soluzione pacifica e duratura, in favore di una convivenza aperta e rispettosa" (angelus del 10 agosto 2008).
Facciamo appello ai fratelli e sorelle della Chiesa Ortodossa Russa perché si facciano eco presso i loro governanti e politici dell'impegno comune assunto in nome del Vangelo nell'assemblea Ecumenica di Sibiu (settembre 2007) di rifiutare "la guerra come strumento per la risoluzione dei conflitti, per i quali promuoviamo i mezzi non violenti", e di esprimere "la nostra viva preoccupazione per il riarmo militare" e la necessità di globalizzare il disarmo.
Facciamo appello ai cristiani di ogni confessione affinchè imparando a "chiamare per nome" i meccanismi generatori dei conflitti che viviamo come: la paura dell'altro, l'esclusione, la violazione dei diritti umani, il bisogno di affermare identità o etnie chiuse, la tutela dei "nostri" interessi, i "nostri" bisogni di sicurezza, … diventino un "popolo ecumenico" che guarda con slancio alla "convocazione Mondiale delle Chiese per la Pace" del 2011, tempo in cui le Chiese cercheranno di "dire una parola forte" sulla pace. Meta che Bonhoeffer iniziava a sognare nell'inferno del nazismo e che ora, in tempi diversi ma non meno bui, è sempre più attuale e necessaria.
Facciamo appello al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e a tutti i nostri rappresentanti politici in Italia, nel Consiglio Europeo e in sede Onu perché chiedano, sostengano e cooperino a un immediato cessate il fuoco e al ristabilimento del diritto internazionale di pace.
Come dicevamo, in caso di guerra l'importante è non partecipare e non cooperare in alcun modo alla sua tragica realizzazione.
Pax Christi Italia
Firenze 10 agosto 2008