25 marzo, ripartiamo dalla cultura per affrontare la crisi
Fulvio Fammoni
“La cultura, la storia, la produzione culturale e di spettacolo sono non solo un patrimonio fondamentale, ma la nostra unica e vera materia prima. Un punto di forza del paese anche per affrontare la crisi”.
Lo sciopero unitario del 25 marzo di tutti i settori dello spettacolo e la sua piattaforma di richieste deve divenire il punto di coagulo e di ripartenza delle tante iniziative, manifestazioni, proteste e proposte di questi mesi che un governo inadeguato e colpevole ha non solo sprezzantemente ignorato, ma che ha voluto mortificare con nuovi inaccettabili tagli.
La cultura, la storia, la produzione culturale e di spettacolo sono non solo un patrimonio fondamentale, ma la nostra unica e vera materia prima. Un punto di forza del paese anche per affrontare la crisi.
Di cultura l'Italia dovrebbe cibare il mondo e chi dice che la cultura non si mangia dovrebbe cibarsene di più per evitare di dire simili bestialità.
Perché questo atteggiamento incomprensibile e sbagliato? Perché si insiste?
C'è un evidente nesso che lega gli interventi sulla cultura, la formazione e l'informazione.
Un cittadino formato e informato è più consapevole e quindi più libero ed autonomo ed è evidentemente questo quello che non si vuole, fino a sacrificare interi settori produttivi e migliaia di posti di lavoro.
Decine di migliaia di posti di lavoro andranno o sono già stati persi, nell'immediato con le chiusure e i ridimensionamenti della produzione. In prospettiva perché in un settore al 90% strutturalmente di occupazione occasionale e intermittente il tema della dispersione professionale sarà drammatico e ci vorranno anni per ricostruire questo potenziale lavorativo.
L'Europa ritiene la cultura un bene collettivo che deve essere garantito come diritto di cittadinanza, poiché esprime sia un dato fortemente identitario per ogni paese sia perché deve proporsi con un profilo sempre più unitario a livello europeo.
L'Italia dovrebbe guidare questo processo.
Non a caso la straordinaria attualità della nostra Costituzione prevede all'articolo 9 che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura” e all'articolo 33 che “arte e la scienza sono libere”.
Con i tagli e le politiche del governo non è così, soffocano e non promuovono la cultura; l'arte non è libera ma condizionata dai tagli, anche in questo caso saremo fanalino di coda in Europa.
Ed è per questo: per la Costituzione, per sentirsi europei, per il lavoro, per il futuro che lo sciopero del 25 marzo è così importante e motivato.
Ed è per questo che l'iniziativa deve avere successo e grande rilievo. Dovranno tornare indietro e ce la faremo, in ogni caso il Governo sappia la mobilitazione proseguirà fino alla conquista di questi risultati.
Fonte: www.articolo21.org
22 marzo 2011