1915-1975. Anni di guerra, anni di pace


Raffaello Saffioti - www.ildialogo.org


Molte le ricorrenze, molti gli anniversari del 2015. Il 26 febbraio a Roma un convegno importante dedicato al diritto alla pace.


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QUEST’ANNO CARICO DI CELEBRAZIONI DI ANNIVERSARI

IL DIRITTO UMANO ALLA PACE VERSO IL RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE

di Raffaello Saffioti

A Roma un convegno importante dedicato al diritto alla pace

 

Il 2015 è un anno ricco di celebrazioni per la ricorrenza di molti anniversari che non sfuggono facilmente al pericolo della retorica delle commemorazioni. Ma a questo pericolo è sfuggito il convegno sulla pace che ha avuto luogo a Roma il 26 febbraio 2015, presso l’Ala Brasini del Complesso monumentale del Vittoriano, organizzato dall’Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Titolo del Convegno: “1915-1975 – Anni di guerra, anni di pace” “I popoli della Terra hanno un sacro diritto alla pace” “Risoluzione ONU 39/11”

Per chi ha partecipato, il Convegno si è rivelato molto interessante: per i temi delle relazioni, i nomi dei relatori, i pannelli esposti della Mostra itinerante “Abbasso la guerra” e i filmati dell’ Istituto Luce e dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Purtroppo non ha avuto la pubblicità che meritava e non ha potuto esprimere le sue potenzialità con il contributo di idee ed esperienze dei partecipanti, dati i limiti di tempo in cui è stato costretto.

Come si leggeva nel Programma, il Convegno era “dedicato al diritto alla pace nel 2015 perché anno carico di celebrazioni rivolte alle guerre”. Si è svolto mentre è diffuso il clima di paura per le minacce del terrorismo di matrice jihadista. Il movimento per la pace è ben lontano dalla prima manifestazione globale contro la guerra del 15 febbraio 2003 e versa in condizioni di gravi difficoltà o crisi.

Il Convegno, con relazioni e filmati, è stato articolato in tre sessioni dedicate rispettivamente alla storia della pace, alla memoria nelle storie di pace e all’educazione alla pace.

Il Convegno viene ripensato a distanza di pochi giorni, per riprenderne, evidenziandoli, vari suoi temi. La scelta dei temi è, ovviamente, discutibile e sono trascurati contenuti del Convegno pure importanti. Questo scritto ne vuole dare solo una piccola traccia e non pretende, quindi, di darne conto in modo completo. Restiamo in attesa di ulteriore e più curata documentazione, degli organizzatori e dei partecipanti, al fine della sua valorizzazione.

Viene qui riportato il Programma del Convegno, per seguire la traccia del suo svolgimento.

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PROGRAMMA DEL CONVEGNO

Per “La storia della pace”:

Dalla pace negativa alla pace positiva. L’impervio cammino del diritto alla pace.

(Antonio Papisca – Titolare della Cattedra Unesco in Diritti umani, democrazia e pace presso l’Università di Padova)

Pace o guerra: il ruolo degli stereotipi nazionali nelle relazioni fra stati.

(Arianna Montanari – Docente di Sociologia dei Fenomeni Politici presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma)

“L’Italia ripudia la guerra”: l’articolo 11 della Costituzione nei lavori dell’Assemblea Costituente.

(Paolo Massa – Direttore archivio storico della Camera dei Deputati)

Per “La memoria nelle storie di pace”:

“Il dilemma della pace: visioni ed azioni di donne nella Guerra Mondiale”

(Elda Guerra – Responsabile dell’Archivio del Centro di Documentazione, Ricerca e Iniziativa delle Donne di Bologna)

Obiettori di coscienza in tempo di guerra e in tempo di pace. “Neutralità fra le forze in contrasto”.

(Alberto Bertone – L’INCONTRO periodico indipendente – Torino)

In cammino per la nonviolenza: Aldo Capitini oltre la Perugia-Assisi

(Massimo Valpiana – Presidente nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile “Azione nonviolenta” fondata nel 1964 da Aldo Capitini)

L’obbedienza non è più una virtù.

(Agostino Burberi – Vice presidente della Fondazione Don Milani)

Il cinema di pace di Zavattini. Il cinema contro la guerra in Vietnam.

(Paola Scarnati – Direzione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico)

Per “Educazione alla pace”:

Progetto Dalla Grande Guerra alla Grande Pace. Educazione alla cittadinanza democratica

(Federico Pirone – Assessore alla cultura Comune di Udine)

La mostra itinerante “Abbasso la guerra”

(Francesco Pugliese – Docente presso l’Istituto Martino Martini di Mezzolombardo Trento)

Proiezione film Luce – Archivio Audiovisivo Movimento Operaio e Democratico

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Anniversari e carattere del Convegno.

Molte le ricorrenze, molti gli anniversari del 2015.

Il Convegno ha fatto delle scelte significative, ha evitato la retorica e la liturgia delle celebrazioni, qualificandosi per il suo duplice carattere: rievocativo e propositivo.

Il 1915 è stato ricordato come l’anno dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale.

Un altro anno, il 1945, tra guerra e pace.

Nella storia del 900, il 1945 è uno degli anni più importanti e significativi, destinato a segnare tutto il secolo, con la sua ambivalenza. Si celebra, quindi, il suo 70° anniversario.

E’ l’anno della esplosione della bomba atomica sulle città giapponesi di Hiroshima (6 agosto) e Nagasaki (9 agosto) e della fine della Seconda Guerra Mondiale.

Ma è anche l’anno della fondazione dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) con l’approvazione del suo Statuto, firmato il 26 giugno ed entrato in vigore il 24 ottobre.

Il segno e il senso a tutto il Convegno sono stati dati dalla epigrafe al Programma: “I popoli della Terra hanno un sacro diritto alla pace”.

La proposizione è tratta dalla “Dichiarazione sul diritto dei popoli alla pace dell’Assemblea delle Nazioni Unite”, votata con la Risoluzione 39/11 del 12 novembre 1984.

Nella Dichiarazione leggiamo:

“L’Assemblea generale

Riaffermando che il principale scopo delle Nazioni Unite è il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale,

Ricordando i principi fondamentali della legge internazionale definiti nella Carta delle Nazioni Unite,

Esprimendo la volontà e l’aspirazione di tutti i popoli a sradicare la guerra dalla vita dell’umanità e, soprattutto, ad allontanare una catastrofe nucleare mondiale,

Convinti che la vita senza guerra costituisce il prerequisito internazionale primario per il benessere materiale, lo sviluppo e il progresso dei paesi, e per la piena attuazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali proclamate dalle Nazioni Unite,

Consapevole che nell’era nucleare la costruzione di una pace duratura sulla Terra rappresenta la condizione primaria per preservare la civiltà umana e la sopravvivenza dell’umanità,

Riconoscendo che il mantenimento di una vita pacifica per i popoli è sacro dovere di ogni Stato,

1. Solennemente proclama che i popoli del nostro pianeta hanno un sacro diritto alla pace;

2. Solennemente dichiara che la difesa del diritto dei popoli alla pace e la promozione della sua attuazione costituiscono un obbligo fondamentale per ogni Stato”;

3. Sottolinea che assicurare l’esercizio del diritto dei popoli alla pace richiede che le politiche degli Stati siano dirette verso l’eliminazione della minaccia di guerra, in particolare della guerra nucleare, la rinuncia all’uso della forza nelle relazioni internazionali e la soluzione delle controversie internazionali con mezzi pacifici sulla base della Carta delle Nazioni Unite”.

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Ricordate la vostra umanità” (1955)

Nel contesto delle varie ricorrenze, a proposito del pericolo dell’apocalisse nucleare nell’era atomica, non si può non ricordare per la sua attualità il cosiddetto Manifesto Russell-Einstein che compie 60 anni. E’ un documento profetico.

Citiamo:

“Non parliamo, in questa occasione, come membri di questa o quella nazione, continente o fede, ma come esseri umani, membri della specie Uomo, la cui stessa sopravvivenza è oggi a rischio.

… Dobbiamo imparare a pensare in un nuovo modo. Dobbiamo imparare a chiederci, non già quali misure occorre intraprendere per far vincere militarmente il gruppo che preferiamo; perché nulla di tutto ciò è più possibile. Quel che ci dobbiamo chiedere è: come impedire un conflitto armato il cui esito sarebbe catastrofico per tutti?

… Questo è dunque il problema che vi presentiamo, orrendo e terribile, ma non eludibile: metteremo fine al genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra? La gente non vuol affrontare questa dicotomia, perché abolire la guerra è difficile.

Per abolire la guerra saranno necessarie delle spiacevoli limitazioni alla sovranità nazionale. Ma forse quel che osta maggiormente alla piena comprensione della situazione è il termine ‘umanità’, che suona vago e astratto. La gente fa fatica ad immaginare che il pericolo riguarda le loro stesse persone, i loro figli e nipoti, e non solo un vago concetto di umanità. Essi faticano a comprendere che davvero essi stessi, ed i loro cari, corrono il rischio immediato di una mortale agonia.

… La maggioranza di noi non è neutrale nel proprio modo di pensare, ma, in quanto esseri umani, dobbiamo tener presente che, se le materie di contrasto debbono esser risolte in modo da dare una qualche soddisfazione a tutte le parti in causa, comunisti o anticomunisti, asiatici o europei o americani, bianchi o neri, ebbene allora esse non debbono esser risolte mediante una guerra. Vorremmo che questo sia ben compreso, tanto all’Est che all’Ovest.

Si apre di fronte a noi, se lo vogliamo, un continuo progresso in felicità, conoscenza e saggezza. Sceglieremo invece la morte, perché non sappiamo dimenticare le nostre contese? Ci appelliamo, come esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanità, e dimenticate il resto. Se vi riuscirete, si apre la via verso un nuovo paradiso; se no, avete di fronte il rischio di morte universale”.

***

Anche la prima relazione, quella di ANTONIO PAPISCA, è servita a dare il segno a tutto il Convegno.

Papisca è noto, oltre che per la sua qualifica professionale indicata nel Programma del Convegno, anche per il suo impegno nella Campagna per il riconoscimento del Diritto alla Pace come fondamentale diritto umano, delle persone e dei popoli.

La Campagna è stata promossa dal Centro Diritti Umani e dalla Cattedra UNESCO Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova, dal Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dalla Rete della Perugia-Assisi e dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi.

E’ stata la ricorrenza del Centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale a fare avviare alle Nazioni Unite le procedure per una DICHIARAZIONE sul Diritto alla Pace quale diritto umano fondamentale delle persone e dei popoli.

Proposte per la Dichiarazione vengono presentate al “Gruppo di lavoro intergovernativo” del Consiglio Diritti Umani, organo delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra.

E’ da notare che il riconoscimento del diritto umano alla pace è stato già inserito ormai da molti anni negli Statuti di un gran numero di Comuni, Province e Regioni, anticipando il progetto delle Nazioni Unite.

E’ da ricordare l’atto solenne compiuto il 3 luglio 2014, a Roma nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica, con la consegna al Presidente della Commissione Diritti Umani, Luigi Manconi, e al Presidente del Senato, Pietro Grasso, da parte dei rappresentanti degli Enti Locali e dell’associazionismo, delle prime 100 Delibere approvate (dell’Ordine del Giorno per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace) e l’Appello sottoscritto da centinaia di personalità laiche e religiose del nostro paese.

In precedenza, il 23 giugno, il dossier contenente le 100 Delibere era stato consegnato a Ginevra in un incontro presso la sede delle Nazioni Unite.

Ora sono 1000 o più le Delibere degli Enti Locali ed il numero è destinato a crescere.

Novità di una iniziativa “dal basso” per il diritto umano alla pace.

Questa iniziativa, denominata “diplomazia delle città” (“City diplomacy”), sta proseguendo per fare sentire la pressione degli Enti Locali sul Governo e sul Parlamento, a sostegno dell’iniziativa delle Nazioni Unite.

Con l’Ordine del Giorno degli Enti Locali si “chiede al Parlamento e al Governo Italiano di partecipare attivamente alla messa a punto della Dichiarazione , innanzitutto affinché sia recepito quanto enunciato dall’articolo 1 della bozza di Dichiarazione elaborata dal Comitato Consultivo del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, il cui testo così recita:

“1. Gli individui e i popoli hanno diritto alla pace. Questo diritto deve essere realizzato senza alcuna distinzione o discriminazione per ragioni di razza, discendenza, origine nazionale, etnica o sociale , colore, genere, orientamento sessuale, età, lingua, religione o credo, opinione politica o altra, condizione economica o ereditaria, diversa funzionalità fisica o mentale, stato civile, nascita o qualsiasi altra condizione.

2. Gli Stati, individualmente o congiuntamente, o quali membri di organizzazioni multilaterali, sono controparte principale (duty-holders) del diritto alla pace.

3. Il diritto alla pace è universale, indivisibile, interdipendente e interrelato.

4. Gli Stati sono tenuti per obbligo giuridico a rinunciare all’uso e alla minaccia della forza nelle relazioni internazionali.

5. Tutti gli Stati, in conformità ai principi della Carta delle Nazioni Unite, devono usare mezzi pacifici per risolvere qualsiasi controversia di cui siano parte.

6. Tutti gli Stati devono promuovere lo stabilimento, il mantenimento e il rafforzamento della pace internazionale in un sistema internazionale basato sul rispetto dei principi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite e sulla promozione di tutti i diritti umani e libertà fondamentali, compresi il diritto allo sviluppo e il diritto dei popoli all’autodeterminazione”.

Nell’ “Appello per il riconoscimento del diritto umano alla pace”, del quale Antonio Papisca è il primo firmatario, si legge:

“Dopo cento anni di orribili massacri e crimini contro l’umanità è venuto il tempo di riconoscere che la pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti umani. Un diritto che deve essere effettivamente riconosciuto, applicato e tutelato a tutti i livelli, dalle nostre città all’Onu.

… Il riconoscimento del diritto alla pace (ius ad pacem) obbligherà a cancellare il funesto diritto degli stati di fare la guerra (ius ad bellum) e a dare effettiva attuazione a quanto dispone l’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: ‘Ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale tutti i diritti e le libertà enunciati nella presente Dichiarazione possono essere pienamente realizzati’”.

***

ALDO CAPITINI, DON LORENZO MILANI: ATTUALITA’ E PROFEZIA

Aldo Capitini e Don Lorenzo Milani hanno segnato profondamente la storia della pace e sono stati ricordati dal Convegno per il loro valore profetico con le relazioni di MASSIMO VALPIANA e AGOSTINO BURBERI.

VALPIANA ha ricordato Capitini come fondatore del Movimento Nonviolento e ideatore e organizzatore della “Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli”, “Perugia-Assisi”, del 24 settembre 1961.

BURBERI, “Gosto”, uno dei primi ragazzi della Scuola di Barbiana, ha ricordato e fatto rivivere Don Milani e la sua Scuola, con un discorso di grande efficacia.

Ha ricordato, in particolare, la “Lettera ai Giudici” della quale ricorre il Cinquantenario.

La “Lettera ai Giudici”, del 1965, è ormai considerata un classico della letteratura del 900 per il suo altissimo valore morale ed educativo. E’ uno scritto profetico, di straordinaria attualità, che dovrebbe figurare nei programmi di educazione civica alla pace di tutte le scuole.

Profetico è stato anche l’incontro di Capitini e Don Milani.

Il loro rapporto segna una tappa importante della storia della pace e della nonviolenza, che attende di essere riconosciuto e studiato, anche all’interno della Chiesa cattolica.

Opportuno, quindi, si è dimostrato l’accostamento, nello svolgimento del Convegno, delle relazioni di Mao Valpiana e Agostino Burberi.

FEDERICO PIRONE E FRANCESCO PUGLIESE, nella sessione conclusiva del Convegno sotto il titolo “Educazione alla pace”, hanno evidenziato con il loro intervento il carattere propositivo del Convegno stesso.

PIRONE, Assessore alla cultura del Comune di Udine, ha illustrato il “Progetto dalla Grande Guerra alla Grande Pace. Educazione alla cittadinanza democratica”.

Una iniziativa significativa del programma di educazione alla pace è il “Meeting di Pace nelle trincee della Grande Guerra, 17-18 aprile 2015”.

“Il 17 e 18 aprile 2015 migliaia di giovani s’incontreranno nelle trincee della prima guerra mondiale per dare voce alla pace, contro tutte le guerre, la violenza e il terrorismo.

… I luoghi dell’inferno che, cento anni fa strapparono la vita a centinaia di migliaia di giovani italiani ed europei si trasformeranno nel luoghi della speranza.

… Protagonisti di questa trasformazione saranno gli studenti e gli insegnanti di ogni parte d’Italia impegnati in programmi di educazione alla cittadinanza e in percorsi di pace. E insieme a loro tutti i cittadini, i gruppi, le associazioni, gli Enti Locali e le istituzioni che avvertono il bisogno di cambiare.

Sarà un grande Meeting di pace, un laboratorio di quella cultura nuova che ci deve liberare dall’incubo della guerra.

… Sarà una grande lezione collettiva di pace, di storia e di cittadinanza europea. Per vivere da protagonisti il nostro tempo”.

(dal sito internet del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani)

E’ da evidenziare, in modo particolare, il contributo dato al Convegno da FRANCESCO PUGLIESE con l’esposizione di buona parte dei pannelli che compongono La mostra itinerante “Abbasso la guerra” e con la relazione che ha lo stesso titolo.

Pugliese è anche autore del ponderoso volume Abbasso la guerra. Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi (Grafiche Futura Helios, 2013).

Il volume è una sorta di enciclopedia del movimento pacifista in Italia, frutto dell’appassionata ricerca dell’Autore, definito “eminente storico italiano del movimento pacifista internazionale” (Peter van Den Dungen).

La Mostra sta avendo un grande successo e, come ha scritto lo stesso Pugliese, ha l’obiettivo di:

      “sostenere la memoria storica dell’opposizione e degli oppositori alla guerra e agli armamenti (‘pazzia bestialissima’, Leonardo)

      sensibilizzare sui temi della pace e della educazione alla pace, per un sapere e una scuola impegnati per la pace

      sostenere la diffusione di coscienze e pratiche pacifiste e nonviolente a tutti i livelli e per un rinnovato impegno di massa per il disarmo

      riflettere sul principio del ripudio della guerra scolpito nell’art. 11 della Costituzione italiana e sulla Carta delle Nazioni Unite”.

Pugliese è anche curatore, con Vittorio Pallotti, del volume Manifesti raccontano … le molte vie per chiudere con la guerra (Grafiche Futura, Trento, 2014).

“I manifesti pacifisti occupano un posto speciale tra i molti strumenti usati per la promozione di una cultura di pace e per la protesta contro i vari aspetti di una cultura di guerra e di violenza. … essi continuano a fornire informazioni ma anche ispirazione … e una vasta gamma di emozioni.

… Abbasso la guerra resta un imperativo della nostra epoca. Questo può essere conseguito solo attraverso una costante e vasta opera, formale e informale, di educazione alla pace e di sviluppo di una cultura di pace e nonviolenza. In questa lunga e nobile campagna per la dignità umana e la sopravvivenza, e per la creazione di una società globale che sia vera fratellanza umana, i manifesti resteranno uno strumento importante di educazione e mobilitazione.”

(dalla Prefazione di Peter van Den Dungen)

LA DOMANDA CONCLUSIVA

Per concludere vale la pena riprendere la domanda posta nel Convegno:

Il diritto alla pace riuscirà a liberarsi dall’abbraccio mortale del diritto alla guerra?

Palmi, 5 marzo 2015

Raffaello Saffioti

Centro Gandhi

raffaello.saffioti@gmail.com

Fonte: www.ildialogo.org

5 marzo 2015

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/pace/Documenti_1425575446.htm

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