10 cose da sapere sui Diritti Umani
La redazione
Questi sono i dieci discorsi presentati dai ragazzi e dalle ragazze che stanno partecipando al progetto dei Giovani Costruttori e Costruttrici di Pace, durante il convegno del 10 dicembre a Padova in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani
Questi che seguono sono i discorsi che alcuni giovani costruttori e costruttrici di pace hanno condiviso il 10 dicembre alla conferenza “La cura dei diritti umani: tra impunità, effettività e legalità”, tenutasi a Palazzo del Bo a Padova. Un ringraziamento, oltre che ai ragazzi e alle ragazze, va al Centro dei Diritti Umani dell’Ateneo di Padova.
Punto 1- Gaia Cupoli “Che cosa sono i diritti umani?”
I diritti umani sono i diritti di tutti noi. Sono i vostri diritti, i miei e quelli di ogni persona su questa Terra, senza eccezioni.
Quando parliamo di diritti umani, ci riferiamo a tutto ciò di cui ogni individuo ha bisogno per vivere una vita piena e dignitosa. Significa avere diritto al cibo e all’acqua, alla salute, all’educazione, a una casa sicura, a un ambiente sano, alla pace e persino alla felicità.
Ma attenzione: i diritti umani non sono sogni o fantasie lontane; sono realtà che devono essere rispettate e garantite per permettere a ciascuno di noi di vivere con dignità. Ogni persona ha questi diritti semplicemente perché esiste, perché è un essere umano, non esistono discriminazioni.
Sono bisogni fondamentali che la legge riconosce e protegge, obbligando lo Stato e le sue istituzioni, ma anche ognuno di noi, a rispettarli e a farli rispettare.
Con l’espressione “diritti umani” ci riferiamo a tutti i diritti e alle libertà fondamentali delle persone, che possiamo suddividere in diverse categorie:
– Diritti economici, sociali e culturali, come il diritto ad un alloggio adeguato, ad appropriate condizioni di lavoro, alla sicurezza sociale, e all’educazione.
– Diritti civili e politici, come la libertà di espressione, di pensiero, di associazione, di stampa, il diritto alla partecipazione politica.
È importante ricordare che questi diritti, oltre che ad essere universali, sono anche interdipendenti e indivisibili: non possiamo rispettarne uno ignorandone un altro, perché sono tutti collegati tra loro.
I diritti umani sono il fondamento della libertà, della giustizia e della pace. Proteggerli significa proteggere la vita e la dignità di ogni essere umano. Essi rappresentano il cuore delle leggi e dei valori su cui si basa la nostra società. In un mondo che oggi si ritrova ad affrontare enormi sfide – dalla crisi climatica alla povertà, dalle guerre alle disuguaglianze sociali – i diritti umani sono come una bussola legale, politica e morale che ci indica la direzione per costruire un futuro che sia più equo e sostenibile, sia per le persone che per l’intero pianeta.
Punto 2- Marianna Pioli “I diritti umani sono universali, interdipendenti e indivisibili”
Ciascun essere umano nasce con lo stesso corredo di diritti fondamentali. Per questo, si dice che i diritti umani sono innati, universali, interdipendenti e indivisibili. Sono universali perché il loro riconoscimento giuridico internazionale in seno alle Nazioni Unite sta avvenendo da più di settant’anni, con il contributo dei rappresentanti di quasi tutti gli stati e le culture. Sono universali perché universale è la domanda del rispetto dei diritti umani ogni volta che c’è violenza, povertà, ingiustizie, discriminazioni, abusi… Il principio di interdipendenza e indivisibilità è particolarmente importante perché comporta che, per fare un esempio, il diritto al lavoro abbia le stesse possibilità di garanzia-soddisfacimento del diritto alla libertà di parola o di associazione. Il rispetto dei diritti umani richiede che la democrazia sia allo stesso tempo politica ed economica, che lo stato democratico sia stato di diritto e stato sociale allo stesso tempo. Per realizzare i diritti fondamentali non bastano dunque la legge e le sentenze giudiziarie, ma occorrono anche politiche pubbliche e risorse finanziarie.
Punto 3- Valeria Benedetti “Non chiamiamoli più “diritti dell’uomo”.
I diritti sono egualmente dell’uomo e della donna.
I diritti delle donne e delle bambine sono da settant’anni una parte inalienabile, integrante e indivisibile dei diritti umani universali. La piena ed eguale partecipazione delle donne alla vita politica, civile, economica, sociale e culturale a livello nazionale, regionale e internazionale, e lo sradicamento di ogni forma di discriminazione sessuale restano ancora obiettivi da raggiungere.
L’uguaglianza è il fondamento di ogni società che aspiri alla democrazia, alla giustizia sociale e al pieno soddisfacimento dei diritti umani. In realtà, in tutte le società e in tutti gli ambiti di attività, le donne sono soggette a disuguaglianze giuridiche di fatto. Questa situazione è causata e aggravata dal perpetuarsi di discriminazioni all’interno della famiglia, delle comunità e dei luoghi di lavoro. Le discriminazioni verso le donne sono una violenza pervasiva, strutturale e simbolica, perpetuata da stereotipi e tradizioni che sono contro le donne stesse.
Mentre combattiamo le disuguaglianze e le violenze contro le donne, cambiamo il nostro linguaggio. Partiamo dal non chiamarli più “diritti dell’uomo”. Chiamiamoli diritti umani.
Punto 4- Cristina Palomba “Prima di tutto la dignità”
“Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: Art 1 “TUTTI GLI ESSERI UMANI NASCONO LIBERI ED EGUALI IN DIGNITÀ E DIRITTI”
In un epoca in cui i conflitti sembrano prevalere è cruciale riunire le nazioni attorno ai valori comuni.
Investendo nella dignità, significa investire nella Pace e nello Sviluppo delle Generazioni Future.
La dignità è il fondamento in cui si edificano le società giuste e sostenibili.
Essa implica il valore intrinseco di ogni persona, INDIPENDENTEMENTE DALLA SUA ORIGINE, CULTURA O CREDO!
Solo attraverso un impegno condiviso possiamo sperare di porre fine alle ingiustizie e costruire un Mondo in cui ogni individuo POSSA VIVERE CON LIBERTÀ E RISPETTO !”
“Un Faro di Dignità“
Dignità è un diritto che a tutti spetta,
Un Faro di Luce,
Una fiamma perfetta.
Insieme,
costruiamo un domani sereno,
Senza odio,
Senza paura
Con amore sincero.
OGNI VOCE, UN ECO , UN RICHIAMO POTENTE,
PER UN MONDO MIGLIORE
E PER IL FUTURO PRESENTE!
Punto 5- Mattia Sconcerti “Dove sta scritto che abbiamo questi diritti? Dove sono riconosciuti?”
Facciamo rapidamente una disamina che parta dalla realtà più vicina alla nostra, quella nazionale, per arrivare a quella globale.
Partiamo quindi dalla nostra Costituzione Italiana. Da alcuni definita la più bella del mondo, essa tutela i nostri diritti anzitutto nei suoi principi fondamentali, i primi 12, le pietre miliari del nostro ordinamento, nonché nelle sezioni dedicate ai diritti civili, politici, sociali ed economici.
Cito solo l’Art. 3, uno appunto dei principi fondamentali: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Passando alla dimensione europea: merita di essere citata la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, 1953, che ha documenti a lei simili in altre parti del mondo: in America c’è la Convenzione Americana sui Diritti Umani, del 1978, e in Africa la Carta Africana dei Diritti Umani e dei Popoli, del 1986. Cito poi il Trattato sull’Unione Europea, 1992, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, del 2000.
Ecco nessuno di questi documenti sarebbe stato possibile senza uno straordinario punto di partenza, quella che potremmo considerare una delle punte di diamante del diritto internazionale: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un progetto ambizioso nonché la scintilla che ha permesso al diritto umanitario di svilupparsi e di prendere la sua forma più completa.
Credo che conoscere i documenti dove sono contenuti i nostri diritti più fondamentali sia di primaria importanza per poterli custodire, proteggere e non lasciare impunito chi li viola.
Punto 6- Elisa di Muccio “Non tutti sono diritti”
È fondamentale ricordare che il diritto di dire e fare tutto quello che ci pare non esiste. Come non esiste il diritto di odiare, di maltrattare, di uccidere.
Decenni di dominio dell’io – io sono, io penso, io voglio – ci hanno convinto di avere dei diritti che in realtà non esistono. Il diritto di dire e scrivere le cose peggiori, anche a costo di distruggere intimamente una persona; il diritto di fomentare e sfruttare le paure dei più deboli; il diritto di discriminare; il diritto di respingere chi fugge dalla guerra, dalla miseria e dalle persecuzioni; il diritto di scatenare una guerra, di farsi strada con ogni mezzo, di pensare solo ai propri interessi… tutti questi sono falsi diritti, e come tali vanno denunciati e combattuti.
Questi falsi diritti non solo ci impediscono di promuovere i diritti fondamentali, ma creano anche divisioni tra di noi. Fomentano la percezione dell’altro come diverso, come nemico. Quando ci concentriamo su questi falsi diritti, ci distanziamo l’uno dall’altro, vediamo gli altri come minacce piuttosto che come esseri umani con diritti e dignità.
Ricordiamoci che il proprio diritto finisce dove inizia quello dell’altro. Il rispetto reciproco è la base della convivenza civile. Dobbiamo impegnarci a creare una società in cui i diritti veri, come il diritto alla vita, alla libertà, all’educazione, alla salute, siano garantiti a tutti. Questi diritti sono fondamentali per costruire una comunità inclusiva e solidale.
Dobbiamo denunciare e combattere i falsi diritti perché ci mettono gli uni contro gli altri e minano la nostra capacità di convivere pacificamente. In questa giornata, riflettiamo su come possiamo migliorare il nostro impegno per i diritti umani e lavoriamo insieme per un mondo più giusto ed equo per tutti.
Punto 7- Sara Ongaro “I diritti non ci sono sempre stati”
Abbiamo detto che i diritti umani sono universali, indivisibili e INNATI.
Tuttavia, i diritti umani non ci sono sempre stati.
Infatti, è soltanto dopo la Seconda guerra mondiale che inizia un vero e proprio “RICONOSCIMENTO GIURIDICO” dei diritti umani, ovvero il recepimento del valore supremo della dignità della persona umana all’interno della norma
giuridica.
Basti pensare alla Carta delle Nazioni unite del 1945 o alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la quale proclama solennemente la lista dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali della persona e che è stata approvata proprio il 10 dicembre 1948.
Per non parlare della pluralità di convenzioni che si sono susseguite nel corso degli anni, sempre più articolate e specifiche.
Dopo avere ratificato le Convenzioni giuridiche internazionali, gli stati sono
obbligati a rispettarle e su di essi opera il controllo internazionale esercitato da appositi organismi a prevalente carattere sovranazionale.
Ciò che mi preme evidenziare però è che il riconoscimento giuridico dei diritti umani e la loro conseguente tutela non sono un qualcosa di immutabile e ormai guadagnato.
Si tratta invece di un percorso: qualcosa che può avanzare, crescere, rafforzarsi, ma che purtroppo può anche retrocedere e addirittura sparire.
Ecco perché è importante essere consapevoli di che cosa sono i diritti umani, ma anche di quanto sia fondamentale e più che mai necessario impegnarci a garantirli e difenderli costantemente.
Punto 8- Mariam Ghrissi “ Purtroppo anche oggi, in tante parti del mondo, i diritti umani continuano ad essere violati, calpestati, ignorati.”
Anche oggi i diritti umani, proclamati come universali e inalienabili, continuano a essere brutalmente violati in tante parti del mondo.
Tutti i giorni veniamo a sapere di crimini orribili e violenze inaccettabili che vengono compiuti nell’indifferenza, nell’inerzia e nell’impunità generale.
Interi popoli prigionieri della guerra, atti barbarici compiuti su persone indifese, esodi forzati che trasformano il Mediterraneo in un cimitero, bambini con il volto sfigurato dalla fame e dalle sofferenze, persone uccise, torturate, vendute come schiavi…
Questi crimini non sono eventi isolati, ma manifestazioni di un sistema globale che calpesta i diritti fondamentali.
Viviamo in un’epoca in cui conflitti e oppressioni sistematiche lasciano un segno indelebile nelle vite di milioni di persone dove i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sembrano ridotti a parole vuote.
La Palestina è uno degli esempi più emblematici di questa realtà. Da quasi un secolo, il popolo palestinese vive sotto occupazione, privato della libertà, della terra, del diritto alla sicurezza, alla dignità e quasi del diritto all’esistenza.
Ma la Palestina non è un caso isolato. È parte di un panorama globale in cui i diritti umani vengono ignorati o subordinati agli interessi economici e politici. Le stesse istituzioni, le nostre istituzioni, i nostri luoghi di istruzione, che dovrebbero proteggerli, si dimostrano impotenti e tante volte complici. Questo non solo alimenta l’ingiustizia, ma mina anche le fondamenta della democrazia, della giustizia e dell’uguaglianza.
Di fronte a questa realtà, non possiamo restare indifferenti. I diritti umani non sono un privilegio riservato a pochi, ma una responsabilità collettiva. Ogni volta che tolleriamo una violazione – ovunque essa avvenga – contribuiamo a normalizzare l’ingiustizia.
Come possiamo parlare di progresso quando permettiamo che interi popoli possano essere sterminati, oppressi e dimenticati?
Difendere i diritti umani significa riconoscere che non esistono vite di serie A e di serie B. I genocidi in Palestina, in Sudan, gli eventi tragici a cui ci ritroviamo ad assistere inermi, non sono eventi distanti: sono una ferita collettiva, una macchia sulla coscienza globale. Finché queste tragedie continueranno, nessuno di noi potrà dirsi veramente libero.
Non possiamo rimanere spettatori. Dobbiamo denunciare, sensibilizzare e mobilitarci per fermare queste atrocità.
La storia ci insegna che i diritti non sono mai garantiti, ma vanno difesi con impegno quotidiano. Se permettiamo che i diritti di alcuni vengano calpestati, stiamo accettando un mondo in cui nessuno è davvero al sicuro.
È tempo di schierarci con chi lotta per la dignità e i diritti, perché è dalla loro vittoria che dipende il nostro futuro
Punto 9- Paola Pizza “Non ci sono diritti senza responsabilità”
Ogni volta che parliamo di diritti umani non possiamo non parlare anche di doveri. Anzi di responsabilità.
Responsabilità è un termine molto più ampio di dovere. Il dovere è un obbligo: è la legalità subita. La responsabilità è la legalità agita.
La responsabilità non implica solo la conoscenza delle regole e il rispetto dei propri doveri ma anche la volontà e la capacità di agire in prima persona per una concreta attuazione dei principi costituzionali e universali di solidarietà, giustizia, uguaglianza e libertà.
Non basta rivendicare i diritti: dobbiamo fare i conti con le nostre responsabilità personali e collettive, perché questa universalità di tutti i diritti dell’essere umano oggi, in molte parti del mondo, anche in Italia, subisce attacchi violenti. Questi diritti riguardano ognuno di noi e dobbiamo prendercene cura, non possiamo più non occuparcene. C’è una responsabilità per tutti. Dal più piccolo al più grande. Persone e istituzioni. Dal quartiere all’ONU.
Responsabilità contro l’indifferenza.
Responsabilità contro l’ipocrisia.
Responsabilità contro la rassegnazione.
Punto 10- Lorenzo Magnoni “I diritti umani cominciano dalle nostre città”
Ricordiamo le parole di Eleanor Roosevelt, Presidente della Commissione per i Diritti Umani dell’ONU fino al ‘52, pronunciate nel decimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che aveva contribuito a scrivere:
“Dove cominciano i diritti umani universali? In posti piccoli, vicini a casa – così piccoli e così vicini che non sono riportati su nessuna delle carte del mondo. Eppure questi posti sono il mondo di ogni persona: il quartiere in cui vive, la scuola che frequenta, la fabbrica, il campo o l’ufficio in cui lavora. Sono questi i posti in cui ogni uomo, ogni donna, ogni bambino cerca una giustizia equa, pari opportunità, uguale dignità senza discriminazioni. Se questi diritti non significano niente là, significheranno ben poco ovunque. Senza l’attività svolta dai cittadini interessati per sostenerli a livello locale, la nostra ricerca di un progresso nel più vasto mondo sarà vana”.
I diritti umani cominciano dunque dai luoghi in cui viviamo, dalla quotidianità, dalle piccole realtà ed i piccoli gesti, dalle nostre città. Per questo noi tutti, se vogliamo fare qualcosa, dobbiamo impegnarci a costruire le città dei diritti umani.
Come infatti diceva Giorgio La Pira: “Le città non possono essere destinate alla morte: una morte, peraltro, che provocherebbe la morte della civiltà intera. Esse non sono cose nostre di cui si possa disporre a nostro piacimento: sono cose altrui, delle generazioni venture, delle quali nessuno può violare il diritto”
I diritti umani quindi non rappresentano un ideale astratto, che vediamo come lontano, ma riguardano la vita quotidiana e reale di ogni essere umano: la famiglia, gli affetti, le relazioni, il lavoro.
Conoscerli è qualcosa che ci tocca concretamente da vicino, volenti o nolenti, ed è un obbligo e un dovere delle nostre generazioni difenderli e farli rispettare.